

In orbita i satelliti Tracers per lo studio del meteo spaziale
Nasa, valuteranno l'impatto sullo scudo magnetico terrestre
Sono giunti in orbita i due satelliti gemelli della missione Tracers lanciata dalla Nasa per studiare come lo scudo magnetico terrestre protegge il nostro pianeta dagli effetti del meteo spaziale. Il lancio a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX è avvenuto mercoledì sera dalla Vandenberg Space Force Station in California, dopo un rinvio di 24 ore dovuto a un blackout elettrico che aveva interrotto le comunicazioni del traffico aereo vicino a Vandenberg sull'Oceano Pacifico. Una volta operativi, i satelliti Tracers monitoreranno il fenomeno della riconnessione magnetica, che si verifica quando il vento solare innesca la rottura e la riconnessione delle linee del campo magnetico terrestre. Tale riconnessione può proiettare particelle di vento solare (di solito deviate attorno al nostro pianeta) direttamente nella nostra atmosfera ad alta velocità, innescando aurore polari e tempeste geomagnetiche. I due satelliti della Nasa voleranno in tandem lungo la stessa orbita a distanza di pochi minuti l'uno dall'altro per misurare la riconnessione magnetica 3.000 volte all'anno, in modo da determinare la rapidità con cui cambia ed evolve nel tempo. Gli scienziati sperano così di poter fronteggiare meglio gli impatti dell'attività solare, come le interruzioni che coinvolgono i satelliti per le comunicazioni, i sistemi Gps e le reti elettriche sulla Terra. Insieme ai Tracers sono stati lanciati e dispiegati in orbita anche altri tre carichi utili della Nasa: tra questi c'è PExT (Polylingual Experimental Terminal), che sperimenterà una nuova tecnologia per consentire alle missioni di cambiare la rete di comunicazione nello spazio proprio come i telefoni cellulari cambiano provider sulla Terra.
N.Uluwehi--HStB