

Tra storia e presente, la politica sulla Croisette
Stalin, dittature, gilet gialli ma anche iraniani e tris Ucraina
(di Francesco Gallo) Più che l'attualità piena zeppa di guerre militari, economiche ed ideologiche, il Festival di Cannes quest'anno (13-24 maggio) sembra - almeno tra i film in concorso - guardare di più al passato, una sorta di rimozione, forse inconsapevole, di un presente troppo difficile da raccontare o voler ricordare. Di fatto sono meno numerosi in assoluto i film che affrontano l'attualità politica, tranne i due film iraniani e, quasi a compensare questo vuoto, un pacchetto di tre film sull'Ucraina appena annunciati. Nel primo caso troviamo 'A Simple Accident' di Jafar Panahi e 'Mother and Child' di Saeed Roustaee, film di cui si conosce poco la trama, ma comunque politici per contesto storico, mentre sul fronte Ucraina ci sarà martedì 13 maggio un''Ukraine Day', promemoria dell'impegno di artisti, autori e giornalisti per raccontare la storia di questo conflitto nel cuore dell'Europa, che ha colpito il popolo ucraino e il mondo. Si tratta di tre docu-film: 'Zelensky' di Yves Jeuland, Lisa Vapné e Ariane Chemin, documentario dedicato al leader del Paese; 'Notre Guerre' di Bernard-Henri Lévy e Marc Roussel, immagini dal fronte ucraino e, infine, '2000 Meters to Andriivka' di Mstyslav Chernov, uno sguardo coinvolgente sulla missione di un plotone ucraino a firma del premio Oscar per '20 Days in Mariupol'. Tornando alla selezione ufficiale, il regista ucraino Sergei Loznitsa, che solo l'anno scorso aveva presentato il docu-denuncia anti-Putin 'L'invasione', dichiarazione della resilienza ucraina di fronte all'invasione, questa volta non si ripete e presenta 'Two Prosecutors', dramma ambientato nell'Urss del 1937 durante le purghe staliniane. Qui un giovane procuratore scopre una lettera di un prigioniero e, sospettando un sopruso, cerca di ottenere giustizia, affrontando le insidie del sistema sovietico. Il film si ispira agli scritti dell'autore russo Gueorgui Demidov, un fisico vittima del Grande Terrore. Come centinaia di migliaia di altri innocenti infatti fu arrestato e condannato per 'terrorismo trotskista', un crimine controrivoluzionario punibile dal famoso articolo 58 del Codice dell'Unione Sovietica. Deportato nei campi della Kolyma, sopravvisse in uno dei luoghi più ghiacciati e terrificanti del globo. 'The Wave', invece, del regista cileno Sebastián Lelio è un musical ispirato alle proteste femministe cilene del 2018. Il film esplora il potere della solidarietà femminile e la lotta per i diritti attraverso una narrazione musicale. Centinaia di donne parteciparono allora al flash mob contro la violenza di genere iniziato in Cile grazie al collettivo femminista Lastesis, ispirate al lavoro dell'antropologa Rita Segato. In quell'occasione fu composto 'El violador eres tu', un inno contro la violenza sulle donne, il sessismo e gli stupri. Sotto accusa istituzioni, polizia e magistratura. Dice la canzone: "Lo stupratore sei tu. Sono i poliziotti, i giudici, lo Stato, il Presidente". Il regista di 'Bacurau' e 'Aquarius', Kleber Mendonça Filho, ritorna a Cannes con un thriller politico carico di tensione, ambientato nel Brasile degli anni '70 e con protagonista Wagner Moura (Civil War, Narcos). Si tratta di 'The Secret Agent' che segue la storia di Marcelo, professore che torna nella sua città Recife in cerca di pace, ma si trova coinvolto in una rete di repressione e segreti di Stato. Il film sarà distribuito in Italia da Minerva Pictures. 'Eagles of the Republic', terzo capitolo della trilogia del Cairo del regista svedese Tarik Saleh dopo 'Cairo Confidential' e 'The Cairo Conspiracy, è un thriller politico ambientato sullo sfondo dell'industria cinematografica egiziana strettamente controllata dal governo. La storia segue George Fahmy, l'attore più celebrato d'Egitto, che, caduto in disgrazia, si trova costretto a recitare in un film di propaganda commissionato dal governo. George non solo accetta l'incarico, ma si ritrova anche coinvolto in una relazione con la moglie del generale sbagliato, quello incaricato di supervisionare il film. In 'Dossier 137', nuovo thriller di Dominik Moll, la protagonista è Stéphanie (Léa Drucker), agente dell'Igpn, l'organismo disciplinare della polizia, alla quale viene assegnato il caso di un giovane gravemente ferito da suoi colleghi durante una manifestazione dei Gilets Jaunes (gilet gialli) a Parigi. Mentre non trova prove di violenza illegittima della polizia, il caso prende una svolta personale quando Stephanie scopre che la vittima proviene dalla sua città natale. Il film sarà distribuito in Italia da Teodora.
P.Aukai--HStB